Le previsioni meteo danno bello per una settimana!
Decidiamo di andare per la prima volta al West Arm con la barca di Elm per almeno 3-4 giorni. Il programma è lungo.
Partiamo molto presto la mattina, le sei di mattina, per arrivare dopo circa tre ore di navigazione sotto una montagna sconosciuta che costeggia il ghiacciaio Reid. Non esistendo alcuna relazione della salita scegliamo la via vedendo la montagna dal basso e da ripidi pendii, cercando di evitare la fitta vegetazione, raggiungiamo la vetta alle 14:00.
Grazie ai resti di una vecchia capanna di legno, verifichiamo che la stazione King, meglio conosciuta come Slip, da cui A.J. Brabazon nel 1894 scattò una fotografia che riprendeva la confluenza dei due ghiacciai più grandi di Glacier Bay (Grand Pacific e Johns Hopkins), si trovava proprio sulla vetta ad una quota di 1200 m. La salita è stata molto faticosa abbiamo zaini molto pesanti con tutte le attrezzature, Elm, il nostro capitano, preso dall’entusiasmo ci aiuta e viene con noi. Lui non è molto abituato ad andare in montagna e nei punti ripidi ha paura. Effettuato nuovamente lo scatto di Brabazon e una panoramica a 360° realizziamo alcune riprese e interviste per il documentario dato lo splendido scenario.
Per scendere riteniamo più saggio cambiare itinerario e prendere dei valloni meno ripidi.
Dopo mille peripezie e cambi di itinerario arriviamo sulla spiaggia del Reid nel pomeriggio inoltrato e con la barca ci spostiamo per posizionare il nostro campo base che rimarrà fisso per tre notti.
Il giorno dopo con la barca entriamo nel fiordo Tarr per trovare una via di salita alla montagna da dove Brabazon fece una panoramica molto estetica che evidenziava molto bene l’estensione del Gran Pacific glacier che arrivava nel 1894 quasi a toccare il Johns Hopkins glacier.
Decidiamo di provare a risalire un torrente molto incassato ma non siamo sicuri se sarà tutto percorribile perché non riusciamo a vederlo tutto dal basso, è possibile che ci possano essere dei salti di roccia o dei nevai che potrebbero ostruirci la via di salita.
Superati diversi salti di roccia esposti e pericolosi arriviamo su un nevaio e poi, dopo una ripida salita su dei canali di roccia totalmente marcia e instabile dopo altri 500 metri raggiungiamo una cresta che in breve ci porta in vetta da dove scopriamo che Brabazon aveva realizzato la sua panoramica.
Posiziono subito la mia Linhof e ripeto gli scatti a 360 gradi.
Scatto anche l’immagine del Reid del 1907 con la Russell Island e ci affrettiamo a scendere dato che ormai si sono fatte le cinque del pomeriggio e Elm vorrebbe tornare a casa già da questa sera.
Il giorno dopo ripetiamo una panoramica da due foto dalla stazione 1 del Reid di William O. Field scattata nel 1941 e poi una di Brabazon del 1894 della fronte del Reid.
Il quarto giorno ci facciamo venire a prendere da Elm che ci porta davanti la fronte del Reid per ripetere uno scatto della stazione 4 Reid e una della fronte del Reid dalla stazione 4.
Nel pomeriggio legati in cordata con i ramponi saliamo sul ghiacciaio per effettuare dei monitoraggi e scattare alcune immagine degli enormi crepacci molto aperti sulla fronte che ci aiuteranno a capire se questo ghiacciaio, come ipotizzato dal nostro glaciologo Riccardo Scotti si trova in una fase di avanzata.