La spedizione si avvia verso la sua conclusione, e i preparativi per il ritorno in Italia ci riportano all’improvviso verso le nostre vite, i nostri amici, le nostre famiglie. Con gli occhi ancora pieni dei fantastici panorami del Karakorum portiamo con noi ricordi e sensazioni difficili da raccontare; grazie alle immagini che abbiamo faticosamente raccolto lungo il cammino tenteremo di ricreare la nostra esperienza per condividerla con tutti voi, perché i panorami che abbiamo visitato sono troppo vasti per i nostri soli occhi.
Approfitto di alcuni istanti di pausa per trarre alcune conclusioni, e per alcuni ringraziamenti particolari.
Da oggi possiamo ritenere conclusi i lavori della prima spedizione del progetto fotografico-scientifico “Sulle Tracce dei Ghiacciai”, e possiamo affermare con soddisfazione che buona parte degli obbiettivi prefissati sono stati raggiunti con successo. Un successo dovuto sicuramente al buon affiatamento fra i componenti del team, alla perfetta organizzazione logistica curata dal tour operator pakistano Hunza Guides, alle favorevoli condizioni meteorologiche, che sicuramente non sarebbe arrivato però senza la collaborazione costante dei nostri portatori. Un grande ringraziamento va a loro, che hanno di fatto reso possibile questa nostra avventura con la loro disponibilità, il loro costante sorriso, e la loro invidiabile resistenza fisica. Molti di loro provengono da queste regioni del nord del Pakistan, come il Baltistan e la regione di Gilgit. Da quando gli occidentali hanno iniziato ad esplorare sistematicamente il Karakorum, i portatori sono diventati parte integrante ed essenziale delle spedizioni; senza il loro aiuto nessuno avrebbe mai potuto percorrere questi sentieri per così tanti giorni, attraverso zone immense e selvagge, trasportando gli equipaggiamenti e soprattutto gli strumenti scientifici che hanno permesso osservazioni preziosissime e spesso difficilmente ripetibili.
Durante la spedizione abbiamo avuto con noi tre portatori di alta quota, una guida alpina, un cuoco e un aiutante cuoco, e circa 30 portatori per gli spostamenti di andata e ritorno dal campo base. Un ringraziamento particolare va ad Hassan, a Yassim, a Mustapha, a Fedal, a Rasool e ad Abass, che hanno condiviso con noi le fatiche e le soddisfazioni di questa spedizione! La gallery che correda questo articolo è esclusivamente dedicata a loro, con una selezione delle più belle immagini che li ritraggono.
Desideriamo in questo momento ringraziare anche i nostri sponsor e i nostri sponsor tecnici, che hanno contribuito in maniera fondamentale per trasformare oltre tre anni di studio e preparazione in un’effettiva spedizione sul campo.
Infine desideriamo ringraziare tutti voi che ci avete seguito da lontano attraverso questo sempre troppo breve diario di viaggio. L’idea che per prima ci ha mosso è stata il desiderio di condividere il più possibile la nostra esperienza; oggi come non mai è importante capire quanto la complessità del nostro ecosistema sia al tempo stesso fragile e irripetibile, e quanto urgente sia la necessità di sviluppare, soprattutto nelle nuove generazioni, una coscienza moderna che parli di valori come la salvaguardia ambientale e lo sviluppo sostenibile.
Vi diamo appuntamento per i prossimi mesi, con le novità che organizzeremo nel quadro delle attività previste dal progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai”. Per ora, vi lasciamo con le parole di Mark Twain, che meglio di tutte possono rappresentare lo spirito che ci ha mosso e ci ha accompagnato in questo viaggio meraviglioso:
Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto, che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete i venti con le vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite!
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Siamo noi che dobbiamo ringraziare voi, per essere stati uno stimolo e un’ancora per la nostra fantasia e le nostre coscienze troppo spesso addormentate da una vita avvelenata e storpiata.
Per me, leggere il vostro diario di viaggio è stato come partire per una vacanza meravigliosa, respirando un’aria che mai potrei raggiungere. Aspetto con interesse le prossime spedizioni del progetto, se questa è stata la premessa chissà cosa ci farete vedere la prossima volta!
Grazie, mille volte grazie!!!
Mi sono imbattuto nel vostro lodevole progetto quasi per caso , infatti lavorando per una casa di spedizioni , sono stato contattato da Fabiano per l’esportazione del materiale fotografico ed attrezzatura alpinistica dall’Aeroporto di Malpensa a quello di Islamabd , e cosi’ essendo anche un grande appassionato di Montagna e convinto ambientalista , grazie a voi alle vostre foto ed ai vostri commenti sul sito , mi sono sentito partecipe del progetto .
Ma soprattutto mi avete fatto viaggiare in questi posti incantati che ancora conservano lo spirito di un tempo , sia nei paesaggi ma anche e soprattutto nello spirito delle persone che vi abitano , semplici ma con un profondo rispetto ed attaccamento alla terra in cui vivono , cosa che noi occidentali abbiamo perso da tempo !
E allora continuate cosi’ esplorate , studiate e diffondete il piu’ possibile il rispetto per la nostra madre TERRA ….
Grazie per quello che state facendo e buona fortuna per il vostro lavoro .
Mi unisco a quanto dice MarcoP, nel ringraziare voi e te Fabiano in particolar modo, per averci raccontato questo angolo del nostro meraviglioso mondo. L’uomo è davvero strano, ci ostiniamo in avventure estra-solari, è poi non ci preoccupiamo della salvaguardia di questi ecosistemi così fragili. Per assurdo ci affanniamo nel trovare un’altra “Terra” da colonizzare, tanto quanto nell distruggere quella che già abbiamo.
Spero che queste vostre “avventure” continuino ancora!
Grazie ancora Fabiano!
Matteo Giardino
Credo che l’esplorazione sia un’attività connaturata con la mente umana. Esplorare lo spazio, come le più inaccessibili montagne di questo pianeta, sono strumenti che ci permettono tutti, senza distinzione, di cogliere le nostre reali proporzioni rispetto al tutto.
Purtroppo, in un mondo in cui il profitto è la legge meno infranta, si guarda a chi fa esplorazione come ad un ladro, che ruba risorse che potrebbero essere destinate ad altre attività; questa è la misura di quanto squilibrato sia il nostro mondo: in condizioni più giuste, qualsiasi tipo di esplorazione sarebbe ben visto. In un mondo così avaro, invece, ogni opportunità diversa dalla propria è vista come una sottrazione, invece che come un guadagno per tutta la comunità. Le difficoltà fanno emergere il peggio di tutti noi.
Negli anni si sono accumulate molte critiche nei confronti di chi spende denaro per operazioni il cui ritorno non appare immediatamente tangibile.
Pensieri superficiali e di limitati orizzonti, non di solo pane si può pensare di vivere.