“Sulle tracce dei ghiacciai” al Dolomite Film Festival, giovedì 27 maggio.

 “Sulle tracce dei ghiacciai” sarà protagonista dell’evento live streaming della prima serata del Dolomite Film Festival, festival cinematografico dedicato alla natura, all’ambiente e alla montagna, con la proiezione del documentario “Missione in Alaska”, giovedì 27 maggio alle 20 e 30.

Lo scioglimento dei ghiacciai è uno dei campanelli d’allarme più evidenti del cambiamento climatico ed è per questo che il progetto fotografico-scientifico “Sulle tracce dei ghiacciai”da oltre 12 anni  sta visitando i ghiacciai montani più importanti della Terra, con lo scopo di divulgare gli effetti dei cambiamenti climatici grazie all’osservazione della variazione delle masse glaciali negli ultimi 150 anni. 

Dopo la proiezione del documentario “Sulle tracce dei ghiacciai – Missione in Alaska” verranno presentate in anteprima alcune immagini di “Mission to Alps” del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”.

Ospiti della serata saranno Fabiano Ventura, ideatore del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”, Aurelio Soraruf, proprietario del rifugio Castiglioni, Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penia ed il professore Mauro Varotto, docente di Geografia presso l’Università di Padova, per analizzare le conseguenze del cambiamento climatico che colpiscono le nostre montagne. 

L’incontro è previsto per giovedì 27 maggio alle 20,30 (ora italiana).

Consulta qui il programma completo del festival.

L’evento in Streaming si potrà seguire sulla pagina facebook di Dolomiti Film Festival

Un commento su ““Sulle tracce dei ghiacciai” al Dolomite Film Festival, giovedì 27 maggio.

  1. Mi piace ricordare che in Abruzzo, sul Gran Sasso d’Italia, c’era un ghiacciaio (Il Calderone), piccolo ma di dimensioni significative fino agli anni ’70.
    La sezione CAI di Pescara, di cui faccio parte fin dal 1964, organizzava una gara di sci che si disputava sul ghiacciaio il 15 agosto di ogni anno.
    I concorrenti salivano il 14 portando gli sci a spalla al rifugio Franchetti dove pernottavano e l’indomani mattina risalivano il ghiacciaio dove noi soci avevamo posizionato le porte.
    Da quegli anni il Calderone ha subito una progressiva riduzione fino a diventare un relitto di pochi metri quadrati di glacio-nevato, peccato perché era una rarità nel Mediterraneo e ci restano solo i ricordi di quella gara di sci disputata in piena estate.

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